La Gran Bretagna fuori dall’ UE, ma c’è ancora una speranza

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Mentre oggi le borse crollano e la sterlina ancora di più dandoci una speranza di fare una vacanza a Londra come fosse Albissola, io mi dispero, l’Europa tutta si dispera e la cosa che mi fa più paura è che si dispera anche chi ha votato “Leave” al referendum Britannico.

Ma non tutto è perduto: l’uscita dalla UE va presentata formalmente al Consiglio Europeo, che dopo aver accolto l’istanza  sospenderà il Regno Unito da ogni rapporto decisionale nell’Unione e fino a che l’uscita non venga accettata sarà vincolato ancora alle leggi UE, tale processo può durare almeno 2 anni. Questo già vi deve far capire cosa hanno fatto gli inglesi, è una cavolata già dall’inizio non volere essere sottoposti alla legge UE e doverla “subire” senza provare cambiarla.

Dopo di che una volta che il Parlamento Europeo abbia ratificato l’uscita verrà deciso il costo dell’uscita dall’UE  (e qui ripongo le mie speranze) . Il regno unito vi fa parte dal 73 , e come succede per un divorzio la bella sposa europea vuole i suoi alimenti ma soprattutto tutti i finanziamenti e investimenti che ha dato, al netto del contributo dello stato ma non degli interessi. Il Regno Unito si troverebbe cosi di punto in bianco a fronteggiare un nuovo “debito pubblico”.

Ora visto che anche gli inglesi hanno capito la cazzata che han fatto, i vari Farage e indipendentisti  dovranno spiegare  ai loro che gli immigrati verranno lo stesso specialmente se sono clandestini, il governo inglese ha capito che il “politically correct” della democrazia non va “sfidato” per i trattati internazionali, mi chiedo e spero che la UE  faccia un conto disumanamente salato al Regno Unito per evitare che questi lo voti nel loro parlamento ed esca dall’Unione.

Sarà che ho 32 anni, sarà che io all’Europa ci credo, ma davvero l’Unione fa la forza, neanche stiamo capendo  la fortuna che abbiamo a partecipare alla creazione di un grande stato federale ottenuto totalmente per via diplomatica e senza guerre, la possibilità di essere governati in armonia dalle stesse leggi  e viaggiare da un posto all’altro dimenticandoci i confini, sarà che l’Europa è un sogno che ci hanno insegnato a fare fin da piccoli, sarò che mi sento  italiano ma anche cittadino europeo, ma io in questa uscita non ci credo.

L’unica cosa che posso fare ora è assistere a questo disastro geopolitico ed impedire con l’informazione e la pazienza che altri indipendentisti con  una scarsa cultura economico politica tentino di fare questa immane cagata anche nel nostro Paese, gli stessi ignorantoni che si lamentano dell’euro ma sono stati i primi ad aumentare i prezzi nel 2002, alla faccia della loro integrità intellettuale.

Ed ora vi saluto come si suole concludere, da qualche tempo a questa parte, i discorsi di insediamento dei Presidenti della Repubblica Italiana: “Viva l’Italia, viva L’Europa”.

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