Secondi è meglio che crucchi

Ieri un’Italia, nel pomeriggio presuntuosamente euforica, si è radunata in tarda serata, nelle isole della raccolta differenziata, con la faccia avvilita a gettare i cartoni delle pizze, oramai vuoti.
La finale agli azzurri non è andata affatto bene, siamo arrivati a giocare una partita che si fino a qualche mese fa ritenevamo impossibile da fare ma l’abbiamo persa, nettamente.
L’italia non ha giocato benissimo e leggere un risultato che ci vede protagonisti di quattro reti in passivo, senza averne segnata neanche una lo dimostra.
Ma la colpa di quel risultato, oltre che degli undici in campo è anche un po’ nostra.

Io le partite di questo europeo le ho essenzialmente viste in due luoghi: casa mia e casa di un mio amico, mantenendo piu o meno sempre le stesse posizioni di seduta (rispetto al televisore) e sempre con le stesse persone, ma ieri no, ieri mi sono spostato e con me c’erano altri miei amici, persone che negli altri appuntamenti non erano presenti. E anche voi che ieri siete andati in centro per vedere il match dai maxi schermi: cosa avete fatto! Cosa abbiamo fatto!
La nostra tradizione calcistica si basa su semplici regole scaramantiche e noi sbruffonamente le abbiamo ignorate e questo è stato il risultato!

Alla fine possiamo consolarci con svariate cose, in primis l’italianità del risultato: abbiamo preso quattro “pizze”! Dire quattro “paelle” o quattro “sangrie” suona, effettivamente, male;
per il resto possiamo dire:

  •  Almeno noi siamo una repubblica.
  • Nonostante tutto siamo l’unico paese in cui si usa il bidet.
  • Il nostro produrre ed indossare calzature non si limita alle sole “espadrillas”.
  • Fare festa, per noi, non vuol dire fare “bottellon” sedendoci per terra.
  • Il vino, per berlo, non lo mescoliamo con la Coca-Cola.
  • Meglio la vittoria per voi: in fondo siete tutti in Erasmus ed avete bisogno di sentirvi un po’ a casa.
  • Come ieri sera abbiam convenuto, a Torino pioveva e per noi sarebbe stato un problema andare a festeggiare in centro.
  • Oggi noi italiani non abbiamo fatto tardi al lavoro.
  • L’impatto con il lunedì, tanto, è sempre traumatico.

Così ora si ritorna alla solita routine, certo tra un po’ si va in vacanza, magari non in Spagna, ma la vita deve pur continuare.

Ritorneremo a seguire i TG senza il calcio, ritorneremo a sentire notizie di economia, ritorneremo ad analizzare la crisi che sta affossando tutti i paesi europei e con nostro rammarico scopriremo che si parlerà sempre di Italia – Spagna, quest’ultima è a rischio di un crack finanziario, poi ci salirà di nuovo il nervoso: perchè nella lista nera dei paesi in crisi siamo sempre secondi, subito dopo di lei.

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