Il discoso di Tsipras alla tv greca


Le frasi salienti del discorso di Alexis Tsipras, ieri sera alla tv greca:

«Ieri è stato un brutto giorno per l’Europa. I più forti hanno umiliato i più deboli. O firmavamo o saremmo falliti. Non possiamo negare che nel nostro sistema ci fossero già delle criticità con le pensioni, e questo a prescindere dalla Troika. Loro volevano abbassarle, noi ci siamo opposti. Abbiamo dei margini per migliorare quella riforma. Non posso promettere nulla, ma appena l’economia tornerà a crescere potremo implementare la nostra politica sociale. Ho firmato un testo nel quale non credo ma non voglio scappare dalle mie responsabilità. L’Europa ha perso ma noi possiamo essere il seme del cambiamento. Abbiamo tre anni di tempo per risollevare il Paese. L’Europa non si governa con ricatti e con la forza, ma con il dialogo e il compromesso. Siamo stati il seme della democrazia. Abbiamo dimostrato che nel cuore del continente c’è un conflitto ideologico in corso. Con Ppe e Pse che stanno dalla stessa parte. Tanti vogliono che questo governo cada, i conservatori in primis, ma noi di Syriza non parliamo di colpi di Stato. Cos’era più di sinistra? Far cadere questo governo o provare a varare noi le misure che ci sono state imposte? Ho incontrato Cina, Russia, Usa. Nessuno mi ha detto “tornate alla dracma e vi aiuteremo”. Non avevamo scelta. Con il ritorno alla dracma i ricchi sarebbero stati più ricchi e i poveri più poveri. Farci uscire dall’euro è ciò che vorrebbe Schauble. Lo propose a Varoufakis già il marzo scorso. Io voglio restare nell’euro e combattere le logiche dell’austerità da dentro. Non obbligo nessuno del mio partito a fare ciò che non vuole. Ma nei momenti critici l’ideologia purista non serve. Non farò un governo di unità nazionale. Ma è necessario stabilizzare il Paese. Varoufakis ha commesso errori, ma i suoi errori sono i miei, perché ero e sono io il primo ministro. Le banche riapriranno appena firmeremo l’accordo. Ma sarà un processo graduale, sennò si rischia l’assalto. Finché non c’è un accordo la possibilità del Grexit esiste ancora. In Germania qualcuno ancora ci spera. Non credo in un nuovo governo con altri partiti. Non posso restare primo ministro con un’altra maggioranza. L’Europa non sarà più la stessa dopo quello che è successo. Le nostre idee ieri hanno perso, ma non è finita qui».

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