Celentano, Sanremo, soldi e populismo

Negli ultimi giorni mi imbatto, su Internet, in molte frasi e post di indignazione per il compenso che prenderebbe Adriano Celentano per partecipare al Festival di Sanremo; riassumo banalmente: trecentomila euro a puntata.

Siamo tutti sconvolti dal fatto che la Rai, la televisione di Stato, usi i suoi soldi in questo modo, soprattutto a fronte della pubblicità martellante per il pagamento del Canone che sta mandando in onda, come ogni anno in questo periodo. Così, questa “spesa” è vista più che altro come uno sperpero. Ma voglio analizzare la situazione allargando un po’ la visuale.
Sanremo, per quanto a me personalmente non piaccia, è un evento che ricopre un’importanza anche mondiale e gode di enorme visibilità in Italia… I soldi che andrebbero a Celentano, in teoria, non verrebbero pescati direttamente dal nostro canone, ma sono sicuramente una parte dei ricavati che la Rai otterrebbe dai rapporti con gli sponsor e dalla vendita degli spazi pubblicitari. L’azienda Rai chiamerebbe Celentano per ottenere più visibilità, e quindi rendere più appetibile l’acquisto degli spazi pubblicitari; di conseguenza, ricavare più soldi. Se togliamo i vari mangia-mangia, i ricavi totali provenienti dal Festival dovrebbero corrispondere a un bel gruzzoletto per l’azienda, che potrà reinvestirlo per finanziare risorse umane e la produzione di altri programmi (che possano, a loro volta, piacere o meno)…
Ma la cosa su cui voglio farvi riflettere è che, in questo periodo di “crisi”, la Rai si sta comportando come si dovrebbe comportare un’azienda (fatte le dovute proporzioni e i calcoli di rischio), o lo Stato: sta investendo. Investe, e ricava profitto.
È ovvio che una fabbrica o un’azienda media non potrebbero permettersi di affrontare un investimento importante come una comparsata di Celentano; ma se, invece di giocare sul mercato azionario per cercare di risparmiare, investissero gli stessi soldi sulla ricerca, per immettere dei prodotti realmente innovativi e utili sul mercato reale e non su quello finanziario, forse – e dico forse – questa situazione di blocco economico si sbloccherebbe un pochino…